RELAZIONI E PROPOSITI

Organizziamo seminari,incontri e confronti a carattere e fini culturali e spirituali; quali: come agire per favorire l'avvento di un "Uomo Nuovo" in questo momento di grande crisi e trasformazione della Terra, quell' Uomo che sa vivere con totalità,intensità e pienezza, e che non si trascina dalla culla alla bara ma sa rendere ogni momento della vita una gioia, una canzone, una danza, una celebrazione.
L'associazione propone e diffonde insegnamenti e tecniche di meditazione.
Promuove lo studio di vari aspetti della realtà così come essa è rappresentata nelle tradizioni religiose e filosofiche di ogni epoca.
Sviluppa la ricerca nel campo delle tecniche di meditazione con riferimento alle sperimentazioni compiute dalla psicoterapia occidentale e alla tradizione di meditazione orientale.
Promuove la ricerca e l'uso di tecniche atte a sviluppare la consapevolezza e lo sviluppo armonico dell'individuo nella sua multidimensionalità di corpo,mente e spirito, organizzando gruppi e ritiri individuali di meditazione , gruppi e sessioni individuali di tecniche corporee, gruppi di attività ricreative.
Tutto ciò in incontri a giorni alterni, per tre volte a settimana, esclusi vari seminari nei week-end organizzati di volta in volta secondo le esigenze.

domenica 30 giugno 2013

RELIGIOSITA'

                 la illaha ill allah  

                                                                          NON VI E' ALTRO DIO CHE DIO

Questa è l'essenza fondamentale del sentiero dei Sufi, il puro seme.
Da questo seme è cresciuto l'albero del Sufismo. In questa piccola
affermazione è contenuto il senso profondo di tutte le religioni.
Dio è, e solo Dio è.
Questa dichiarazione fa sì che Dio diventi sinonimo di esistenza. 
Dio è l'essenza di tutto ciò che è. Dio non è separato dalla sua creazione.
Il creatore è nella sua creazione: non vi è dualità, non vi è separazione, 
non vi è distanza. Pertanto qualsiasi cosa incontriate, è Dio.
Gli alberi e i fiumi e i monti: sono tutte manifestazioni di Dio.
Tu e le persone che ami, come pure le persone che odi, 
sono tutte manifestazioni di Dio.
Questa piccola affermazione, può cambiare tutta la tua esistenza.
Può cambiare l'intera gestalt della tua comprensione. Nel momento 
in cui capisci che tutto è uno, l'amore fiorisce da solo.

                                                                                                  OSHO 

mercoledì 26 giugno 2013

I Tarocchi zen
Il gioco trascendente dello zen
Lo zen è l’unica tradizione spirituale il cui approccio alla vita interiore dell’essere umano ha superato la prova del tempo, conservando un perenne rilievo per l’umanità, soprattutto contemporanea. A differenza di  altre religioni, decadute nell'adorazione di eroi e nella schiavitù dei dogmi più diversi, lo zen insiste nell'educare a riconoscere la capacità che contraddistingue la dignità dell’uomo di giungere all'illuminazione, o libertà dalle illusioni dell’io prodotte dalla mente. (tratto da: tarocchi zen di osho)
Il mazzo di Tarocchi è stato creato all'interno di questo approccio alla vita, nell'ambito di questo impegno a rendere la vita intera una meditazione.

I Tarocchi Zen, non sono un mazzo tradizionale, come i comuni tarocchi, dove possiamo prevedere il futuro, al contrario, è il presente che viene riflesso; l’immagine della carta scelta offre un preciso quadro di ciò che è, qui e ora, senza alcun giudizio né confronto. Questo gioco offre intuizione, compassione, ricettività, sensibilità coraggio, individualità, è un invito al risveglio; è una messa a fuoco sulla consapevolezza, un modo diverso di pensare i Tarocchi che ti affascinerà e ti conquisterà.

Qualora sei interessato a conoscere a quale punto

del sentiero spirituale sei bloccato o ti trovi telefona

per una sessione dei tarocchi e sarai assistito e

consigliato.        

                                                               Manu


                                                                          

LO STUDIO DELLO ZEN

L'attitudine Zen nei confronti della vita è la risata; è vivere, è godersi la vita,

è la celebrazione.

Lo zen non si oppone alla vita,la afferma.

Lo zen accetta tutto ciò che esiste.

                                                                            Osho, this very body the Buddha.


Lo Zen è il suono di una mano sola, è la porta senza porta,
è un uccello selvaggio che urla la verità, è un'antico pino che
venera saggezza.
Esso è la forza del nulla interiore,è l'albero dell'illuminazione,
è l'energia assoluta, l'alfa e l'omega, il Si e il No. 
Lo Zen è il fiorire della meditazione, ne è la fragranza e il
profumo.        Lo zen dice: trova il tuo volto, il volto che
avevi prima di nascere, scopri il volto che tornerai ad
avere quando sarai morto.      

                                                         Pertanto

Caro amico, benvenuto sul nostro sito, Associazione culturale Osho Dhyana Zen,
ma ricorda; se sei interessato al denaro, questo non è il sito o il blog adatto a te.
Se hai delle aspettative di successo materiale, di potere,di sesso o di altre 
sciocchezze del genere, puoi andare oltre, queste son cose a cui non siamo 
interessati, così come non siamo interessati a desideri mondani o ultramondani.
Qui da noi ci occupiamo dello studio dello Zen,ci preoccupiamo di darti
un'assaggio dello Zen e della meditazione, che nota bene, non è riflettere il pensiero,
bensì lo stato di una mente senza pensieri e che riflette l'assoluto e il divino.
Ci occupiamo di arte e dello studio della realtà così come è stata vista,con altri
sguardi e altri occhi attraverso i secoli, o come la vediamo noi oggi.
operiamo tecniche di meditazione per sviluppare la consapevolezza e lo
sviluppo armonico dell'individuo, nella sua multi-dimensionalità di corpo, mente,
psicologia e spirito.
Facciamo rivivere Maestri del presente, e Maestri del tempo andato, come
Osho Pitagora, Buddha,Eraclito,Bodhidharma, Lao tzu, Gesù, Mhahavira ecc.
Studiamo e osserviamo il momento presente e l'interiorità di ogni essere e cosa.
in quanto abbiamo capito che tutto ciò è infinito ed eterno.
Pertanto, se sei venuto per bere, attingi pure a questa acqua così aurea e preziosa,
se non hai ancora sete cedi il passo e grazie per averci visitato.
                                                                                                  Sw Antar Khirad

Soseki ha scritto:

Ogni preoccupazione e inquietudine ha lasciato il mio petto.
Ora gioco gioioso lontano dal mondo.
Per un uomo dello Zen, non esiste limite alcuno,
il cielo turchino di certo si vergogna,
di essere tanto piccolo.

martedì 25 giugno 2013

LA REALTA' MULTIDIMENSIONALE

Nel nostro paese, è praticamente e oltremodo impossibile interessarsi al reale, alla verità,
al misticismo o alla religione, se non appartieni ad una certa linea di potere e pensiero che
determina chi siamo e dove andiamo.Questo condizionamento si palesa dalla nascita alla crescita,
con tutti i sacramenti che ci condizionano e suggestionano, e determinano chi siamo e dove
andiamo.
Questo è uno dei motivi per il quale, nessun altro mistico ha potuto esprimersi, ed enunciare le
sue verità,( Giordano Bruno fa scuola:) e contraddire quello che è sotto gli occhi di tutti.
In pratica, sei un reietto, e vieni bandito da ogni forma di congregazione, spiritualità e
confronto sul piano logico ed esistenziale.
Ci troviamo di fronte ad una dittatura burocratica che ha raggiunto tutti i livelli del potere costituito.
La religione è la base, il terreno fertile su cui vengono seminate le regole della società,
il fondamento di ogni aspirazione ad evolversi e a costruire civiltà e conoscenza.
In fondo noi dipendiamo in larga parte da ciò che siamo, o crediamo di essere. Dobbiamo
molto ai mistici di ogni epoca, poiché è grazie a loro se siamo riusciti a dar voce ad una
pluralità di idee che ha arricchito il mondo e la nostra stessa vita per quanta grottesca
possa apparire agli occhi dei più.
Gautama il Buddha, Gesù di Nazareth, Zarathustra, Francesco d'assisi, Osho bhagwan rajneesh,
Basho, Jane Roberts, Mira, Maometto, Abramo, Lao tzu, Ikan, Kabir, ecc. ecc.
Questi esseri rari hanno arricchito con la loro opera lo spirito del mondo, e non saranno mai
venerati abbastanza., Hanno espresso il reale e il vero anche se  a volte alla nostra mente mediocre
essi appaiono in contraddizione. Hanno , dato un contributo immenso e incredibile all'umanità
tutta intera, e hanno sempre anticipato, in ogni tempo, nei quali si sono espressi, idee e
concetti, insegnamenti e saggezza attraverso i quali, l'umanità intera a dovuto confrontarsi.
Pensate al buddismo, all'ebraismo, al taoismo, all'islam, al sufismo o al brahmanesimo,
sistemi di pensiero, e filosofie antichissime create per spiegare la realtà,con un senso compiuto.
Oggi la realtà assume un'altra forma,o molte forme insieme. L'abbiamo già detto, noi
dipendiamo da chi siamo, o da chi crediamo di essere.
L'essere umano è composto di energia, la sua coscienza il suo essere umano è energia,
lasciatemelo ripetere con tutto quello che questo comporta. Siamo costituiti da atomi,
protoni, neutroni, neutrini, onde e particelle elementari, quasi un sistema stellare in miniatura.
Parimenti l'uomo che una volta pensava che esistesse un solo mondo. ora sa che non è più così,
anche se ancora si conforma all'idea di un Dio, un essere, un corpo attraverso cui esprimersi.
C'è un solo Dio, ma quel Dio ne comprende molti.C'è un sé,ma esso comprende molti sé
C'è un corpo in un preciso momento,, ma il sé ha altri corpi in diversi momenti dello spazio-tempo.
Tutti questi momenti esistono simultaneamente.Parlando in termini storici,l'umanità sceglie
una certa linea di sviluppo. In essa la sua consapevolezza si specializza focalizzandosi su
precisi dettagli di esperienza che se compresi e attuati, potrebbero davvero,
innalzare la razza umana ad un'altro livello sociale ed evolutivo, con un cambiamento biologico
e psicologico all'interno di quel programma di meditazione e ricerca dell'essenza dell'Io.
Tale sviluppo, comunque necessita di un ampliamento delle concezioni dell'anima e del sé,
e di una maggiore comprensione del potenziale umano. La coscienza umana si trova ora in una
situazione, in cui tale sviluppo non solo è possibile, ma necessario, se la razza vuole sopravvivere e raggiungere, la sua massima realizzazione .
L'esistenza è multidimensionale, la divinità è multidimensionale, vi è una realtà universale in cui
la consapevolezza tutta è unica e inviolata; e tuttavia da luogo ad infiniti modelli di
organizzazioni e significati. in atri termini....tutto è Uno e l'Uno è nel tutto.
La realtà è sconosciuta,voi siete il suo equivalente, cominciate a conoscervi al di là
delle parole.
                                                                                    Sw Antar Khirad










lunedì 24 giugno 2013

LE REALTÀ' PARALLELE

Avete mai considerato, quanti angeli possono ballare sulla capocchia di uno spillo?
sembra una sciocchezza priva di senso, eppure forse non sapete che negli anni, varie scuole
di pensiero, di teosofi, di filosofi ed intellettuali, si sono cimentati con questo divertente rebus.
Ovviamente la domanda ne sottintende un'altra molto più importante ed intrigante....ed è questa.
Quante dimensioni, e quante realtà, sono possibili a partire da un punto- momento nello spazio,
e nel tempo? oggi  la teoria delle stringhe del fisico Gary Shiu ed altri eminenti scienziati e teorici
matematici  propongono l'idea che tutto nell'universo, dalle più immense galassie, alle particelle subatomiche, sia formato da sottili e vibranti corde di energia.
Dal punto di vista matematico, la teoria suggerisce che il mondo che conosciamo, non è completo, e che oltre le 4 dimensioni, con cui abbiamo familiarità, - il tempo e lo spazio tridimensionale-
esistono sei dimensioni spaziali extra, presenti in forme geometriche occulte ad ogni singolo punto
dell'universo. anche se gli scienziati, usano potenti super-computer per cercare di visualizzare queste dimensioni extra   .Dice il fisico Gary Shiu: che ha condotto lo studio, nessuno al momento è riuscito a svelarne la forma.
Secondo la teoria delle stringhe,queste dimensioni extra potrebbero avere 10.000 forme possibili
e diverse, ognuna teoricamente corrispondente al proprio universo, che in questo caso allora
potremmo ben definire, un universo parallelo.

-----------------------------------------------------Continua------------------------------
Nei prossimi post parleremo di Realtà Multidimensionali
di Uomini e Dei probabili e di dinamiche interiori in un mondo di realtà
possibili.                                                                                              Sw Antar Khirad
                                                                                           


sabato 22 giugno 2013

OSHO

IL buddha, non è un nome di persona, chiunque può diventare un buddha
nella etimologia del termine esso significa: Il Risvegliato, colui che è nato due volte,
e chiunque può nascere due volte, basta risvegliarsi da questa vita nella quale dormiamo e sogniamo.
Voi siete un continente oscuro e inesplorato...L' uomo è strano, continua ad esplorare, deserti e montagne
l'himalaya, il pacifico gli abissi, cerca di raggiungere la luna e marte; una sola cosa non tenta mai di fare: esplorare il proprio mondo interiore.
Per sentirsi in pace con se stesso, l'uomo sostituisce l'esplorazione di sé con altre avventure. Voi scalate una montagna, e vi sentite gratificati, ma la vetta più alta è propio dentro di voi, e non l'avete ancora scalata.
Vi calate nelle profondità del pacifico, mentre l'oceano più vasto è dentro di voi, sconosciuto e inesplorato.
E andate sulla luna...che follia: La vera luna è dentro di voi, perché la vera luce è dentro di voi.
La persona intelligente prima di andare in qualsiasi  altro luogo, va dentro il proprio essere....
Il buddha non è monopolio di nessuno,nessuno ne possiede il copyright. E' l'essenza più intima di ogni uomo.
Per essere un buddha non dovete essere buddhisti.Essere un buddha trascende tutti i concetti di
qualsiasi religione: è un diritto acquisito per nascita da tutti.  Persuadi il buddha presente dentro di te
ad accompagnarti nelle tue attività quotidiane, così che ogni cosa, nella tua vita, diventi una meditazione,
grazia, bellezza e benedizione.

Tu non devi diventare un buddha, devi solo riconoscere di essere un buddha, devi ritornare alla tua stessa sorgente, devi guardare dentro te stesso.
Un confronto con te stesso rivelerà la tua buddhità. Il giorno in cui si arriva a vedere se stessi,l'intera esistenza diventa illuminata.. Non è che una persona diventi illuminata. come potrebbe?
L'idea stessa di essere una persona appartiene ad una mente non illuminata.

Guardate me: non posso dire "sono qui " perché sono anche là. Non posso dire " sono in India, perchè sono anche in Cina. Non posso dire che sono su questo pianeta, poiché non sono. Quando l'ego scompare, sei semplicemente uno con il tutto: sei ovunque e in nessun luogo. Tu non esisti più come entità separata,
ti sei dissolto. Quando non esisti più come entità separata dal tutto, allora sorge in te "la perfezione della saggezza" la saggezza che viene dall'aldilà.

Non posso darti il vuoto, non posso lanciartelo. puoi parteciparvi, puoi entrarvi, ma nessuno può dartelo: non è trasferibile. E soltanto il vuoto funziona nel mondo della verità. Si conosce la verità solo quando la mente non è presente. Per conoscere la verità la mente deve fermarsi, smettere di funzionare.
Dev'essere quieta, ferma, immobile.

                                                                      osho


venerdì 21 giugno 2013

IL SUTRA DEL CUORE

                               Il sutra

Omaggio alla perfezione della saggezza,l'amorevole, la santa.
Avalochita, il santo signore e bodhisattva si stava muovendo nel profondo corso della saggezza
che è andata al di là.     Egli guardo giù dall'alto, scorse soltanto cinque aggregati,
e vide che nella loro essenza essi erano vuoti.
Qui, o Sariputra, la forma è vuoto, e lo stesso vuoto è forma;
il vuoto non differisce dalla forma, la forma, non differisce dal vuoto;
qualunque sia la forma, essa è vuoto, qualunque sia il vuoto esso è forma,
la stessa cosa è vera per le sensazioni, le percezioni, gli impulsi e la consapevolezza.
Qui o Sariputra, tutti i dharma hanno il marchio del vuoto, non sono ne prodotti ne
bloccati, ne contaminati ne immacolati, ne incompleti ne completi.
Pertanto, Sariputra, nel vuoto non c'è forma, ne sensazione, ne percezione,
ne impulso ne coscienza. Non ci sono occhi, orecchie, naso,lingua, corpo mente.
Non ci sono forme, ne suoni, ne odori, ne sapori, ne cose tangibili, ne oggetti della mente.
Non c'è l'elemento dell'organo della vista e così via,fino ad arrivare a: nessun elemento di 
consapevolezza della mente. Non c'è ignoranza ne l'estinzione dell'ignoranza, e così via,
fino ad arrivare a : non c'è decadimento e morte, ne l'estensione del decadimento e morte.
Non c'è sofferenza,ne origine, ne cessazione, ne sentiero. 
Non c'è conoscenza alcuna, ne realizzazione, ne non realizzazione. 
Pertanto, o Sariputra, è grazie al suo non conseguimento che un Bodhisattva,
avendo fatto assegnamento sulla perfezione della saggezza,dimora senza le coperture 
del pensiero.  Nell'assenza delle coperture del pensiero, egli non è preso dal timore, 
supera ciò che può sconvolgere, e alla fine raggiunge il nirvana.
Tutti coloro che appaiono come Buddha, nei tre periodi di tempo, totalmente
risvegliati, fino alla massima, giusta, perfetta illuminazione,devono ciò alla loro fiducia
nella perfezione della saggezza.    Pertanto  si dovrebbe conoscere la prajnaparamita
come il grande mantra, il mantra della grande conoscenza,  il mantra supremo, il mantra ineguagliabile, dissipatore di ogni sofferenza, nella verità.....cosa potrebbe esserci di errato?
Questo mantra viene elargito dalla  prajnaparamita. esso suona così: 
Gate gate paragate parasamgate bodhi svaha
gate gate paragate parasamgate bodhi svaha.
Andato, andato, andato aldilà
andato completamente aldilà
o quale risveglio alleluia!

Questo completa il cuore della perfetta saggezza.

                                                                            Gautama il buddha


                                                                             





Manifesto laico


1) Sì all’autonomia e al pluralismo dello stato

2) No alle ingerenze delle gerarchie ecclesiastiche

3) Sì alla rigenerazione della scuola pubblica

4) No al finanziamento statale diretto o indiretto

delle scuole confessionali 5) Sì alla libertà d’insegnamento

6) No a trucchi per aggirare il dettato costituzionale: "senza oneri per lo Stato"

7) Sì alla libertà di espressione di tutte le religioni

8) No ai privilegi della chiesa cattolica

9) Sì alla libertà delle scelte morali e culturali di ciascun individuo

10) No a una legislazione che provoca disuguaglianza tra i cittadini



Esiste anche un’altra Italia. E se ne deve tenere conto. L’Italia laica di chi crede che la convivenza civile si fondi sullo spirito critico di ciascun cittadino. Di chi condanna ogni integralismo ideologico o religioso. Di chi è determinato a rispettare e difendere le regole della tolleranza e del dialogo. Di chi non fa confusione tra religione e ideologia politica, tra fede e posti di governo e di sottogoverno. Di chi sa che la libertà dello stato si fonda sulla sua autonomia. Di chi soprattutto trova ripugnante volere imporre agli altri, soprattutto alle nuove generazioni, valori univoci e verità rivelate. Il tutto con i soldi pubblici. Di chi vorrebbe che l’individuo maggiorenne fosse padrone di sé stesso e quindi libero di scegliersi le proprie relazioni e la propria morale. Di chi vorrebbe che all’individuo minorenne non fossero imposte, né dallo stato né dalla famiglia né dalle chiese, visioni del mondo univoche e totalizzanti che condizionano fortemente il suo futuro. Di chi pensa che ogni singolo debba avere effettivamente la massima libertà d’esprimersi, coltivare e realizzare la sua personalità, senza altri vincoli se non quelli derivanti sia dalla libertà degli altri sia dall'obbligo di promuoverla, garantirla, difenderla. Siamo molto preoccupati dalle ricorrerenti e sfacciate rivendicazioni clericali, dalle aperte ingerenze sui pubblici poteri, ma ancor di più dall’acquiescenza e dai segnali di resa delle forze politiche e culturali che hanno, o dovrebbero avere, valori pluralistici contrapposti al fondamentalismo nostrano. Corriamo il rischio, frutto del neocinismo imperante, che sia messa sotto i piedi la nostra Costituzione e i principi di laicità che fondano lo stato moderno. Soltanto concezioni ferme al medioevo possono ancora concepire l’individuo sottoposto ad autorità ideologiche esterne e il pluralismo come la sommatoria di sistemi chiusi e imposti.

Il principio dello stato moderno, quello che ha salvato l'Europa dalle guerre religiose e ha garantito la libertà di culto, è la distinzione fra diritto e morale. La gerarchia ecclesiastica cattolica non si è ancora pacificata con questo principio. Essa interviene pesantemente sia sull'attività del governo e del parlamento sia, addirittura, sulle trattative per la formazione degli esecutivi. Poiché i cattolici non hanno più (o ancora) un solo grande partito, è il Vaticano a farsi partito. Già da tempo, il Papa ha lanciato ufficialmente la campagna politica contro una legge democraticamente voluta dal popolo italiano (quella che regola l'interruzione volontaria della gravidanza) e contro proposte di legge o politiche dei governi locali che riguardano la regolamentazione della fecondazione artificiale e il riconoscimento delle coppie di fatto. Oltre a continuare a battere cassa pubblica per le proprie scuole confessionali. Ugualmente aperto è il contenzioso tra una pratica laica e gli ambienti politici cattolici che si fanno portavoce della Chiesa sulla negazione della donazione dei gameti che va contro la libertà di procreazione, e sulla limitazione di tecniche, accettate ovunque, per la terapia della sterilità. Ugualmente inaccettabile è il monopolio dei cattolici nel Comitato nazionale per la bioetica.

La Chiesa interferisce - come non succede in nessuno degli stati occidentali - direttamente nelle scelte politiche della nostra repubblica, perché non accetta quello che per lo stato liberale e democratico è invece il fondamento indiscutibile: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" (art. 3 della Costituzione).
E' chiaro che lo stato non impone, né privilegia particolari scelte morali. Secondo la Chiesa romana, invece, i cittadini non dovrebbero essere trattati egualmente, ma in relazione alla loro adesione ai principi religiosi cattolici.
Questa pretesa, occorre ribadirlo con forza e senza ambiguità alcuna, è in totale disaccordo con il nostro patto costituzionale e con la cultura politica nella quale i cittadini italiani si riconoscono tramite quel patto.
Confidiamo che il governo difenda questa fondamentale prerogativa di civiltà, che sia davvero il governo di tutti, e non il governo dei cattolici praticanti.
Invitiamo cittadini, politici, sindacalisti, amministratori, studenti, movimenti, associazioni, riviste a firmare e a far firmare questo manifesto.

Roma, 12 novembre 1998


IL SUTRA DELL' ISHAVASYA UPANISHAD

Om. quello è il tutto,e questo pure è il tutto.

Poiché solo il tutto nasce dal tutto,

e anche se il tutto viene sottratto al tutto,

ecco, ciò che rimane è il tutto.

Om. Pace, pace, pace.






La "Taxa Camarae" di papa Leone X, uno dei punti più alti della corruzione umana.

La Taxa Camarae é un elenco tariffario divulgato nel 1517 da papa Leone X (1513-1521) allo scopo di vendere indulgenze,cioé perdonare le colpe a tutti coloro che fossero in grado di pagare le alte somme richieste dal pontefice. Ecco i suoi 35 articoli...



(vedi Pepe Rodriguez,Verità e menzogne della Chiesa cattolica,Editori Riuniti,Roma 9/98)


  1. L’ecclesiastico che incorresse in peccato carnale,sia con suore,sia con cugine,nipoti,figliocce,sia, infine,con un’altra qualsiasi donna,sarà asssolto,mediante il pagamento di 67 libbre,12 soldi.
  2. Se l’ecclesiastico,oltre al peccato di fornicazione chiedesse d’essere assolto dal peccato contro natura o di bestialità,dovrà pagare 219 libbre,15 soldi.Ma se avesse commesso peccato contro natura con bambini o bestie e non con una donna,pagherà solamente 131 libbre,15 soldi.
  3. Il sacerdote che deflorasse una vergine,pagherà 2 libbre,8 soldi.
  4. La religiosa che ambisse la dignità di abbadessa dopo essersi data a uno o più uomini simultaneamente o successivamente,all’interno o fuori del convento,pagherà 2 libbre,8 soldi.
  5. I sacerdoti che volessero vivere in concubinato con i loro parenti,pagheranno 76 libbre,1 soldo.
  6. Per ogni peccato di lussuria commesso da un laico,l’assoluzione costerà 27 libbre,1 soldo;per gli incesti si aggiu gerà a coscienza 4 libbre.
  7. La donna adultera che chieda l’assoluzione per restare libera da ogni processo e avere ampie dispense per proseguire i propri rapporti illeciti,pagherà al papa 87 libbre,3 soldi. In un caso analogo,il marito pagherà uguale somma; se avessero commesso incesto con i propri figli aggiungeranno a coscienza 6 libbre.
  8. L’assoluzione e la sicurezza di non essere perseguiti per i crimini di rapina,furto o incendio,costerà ai colpevoli 131 libbre,7 soldi.
  9. L’assoluzione dall’assassinio semplice commesso sulla persona di un laico si stabilisce in 15 libbre,4 soldi,3 denari.
  10. Se l’assasino avesse dato la morte a due o più uomini in uno stesso giorno,pagherà come se ne avesse assassinato uno solo.
  11. Il marito che infligesse maltrattamenti a sua moglie,pagherà alle casse della cancelleria 3 libbre,4 soldi;se fosse uccisa,pagherà 17 libbre,15 soldi,e se le avesse dato morte per sposarsi con un’altra,pagherà,inoltre,32 libbre,9 soldi.Coloro che avessero aiutato il marito a perpretare il crimine saranno assolti mediante il pagamento di 2 libbre a testa.
  12. Chi affogasse suo figlio,pagherà 17 libbre,15 soldi(o sia 2 libbre in più che per uccidere uno sconosciuto), e se a uccidere fosse il padre e la madre di comune accordo,pagheranno 27 libbre,1 soldo per l’assoluzione.
  13. La donna che distrugesse il figlio che porta nel suo ventre,e il padre che avesse contribuito alla realizzazione del crimine,pagherà 17 libbre,15 soldi ognuno.Colui che facilitasse l’aborto di una creatura che non fosse suo figlio,pagherà 1 libbra di meno.
  14. Per l’assassinio di un fratello,una sorella,una madre o un padre,si pagherà 17 libbre,5 soldi.
  15. Colui che uccidesse un vescovo o un prelato di gerarchia superiore,pagherà 131 libbre,14 soldi,6 denari.
  16. Se l’assassino avesse dato morte a più sacerdoti in varie occasioni,pagherà 137 libbre,6 soldi,per la prima uccisione,e la metà per quelle successive.
  17. Il vescovo o abate che commettesse omicidio per imboscata,incidente o per necessità,pagherà,per raggiungere l’assoluzione,179 libbre,14 soldi.
  18. Colui che in anticipo volesse comperare l’assoluzione di ogni omicidio incidentale che potesse perpetrare in futuro,pagherà 168 libbre,15 soldi.
  19. L’eretico che si convertisse ,pagherà per l’assoluzione 269 libbre.Il figlio dell’eretico arso,impiccato o giustiziato in qualsiasi forma potrà essere riabilitato solo mediante il pagamento di 218 libbre,16 soldi,9 denari.
  20. L’ecclesiastico che non potendo pagare i propri debiti volesse liberarsi dall’essere processato dai creditori,consegnerà al Pontefice 17 libbre,8 soldi,6 denari,e gli sarà perdonato il debito.
  21. Sarà concessa la licenza per installare posti vendita di vari generi sotto i portici delle chiese, mediante il pagamento di 45 libbre,19 soldi,3 denari.
  22. Il delitto di contrabbando e frode ai diritti del principe costerà 87 libbre,3 denari.
  23. La città che ambisse per i suoi abitanti o per i suoi sacerdoti,frati o monache,la licenza di mangiare carne e latticini in epoche in cui é proibito,pagherà 781 libbre,10 soldi.
  24. Il monastero che volesse variare la regola e vivere con minore astinenza di quella prescritta,pagherà 146 libbre,5 soldi.
  25. Il frate che per migliore convenienza o gusto volesse passare la vita in un eremo con una donna,consegnerà al tesoro pontificio 45 libbre,19 soldi.
  26. L’apostata vagabondo che volesse vivere senza ostacoli,pagherà uguale quantità per l’assoluzione.
  27. Uguale quantità pagheranno i religiosi,siano questi secolari o regolari,che volessero viaggiare in abiti da laico
  28. Il figlio bastardo di un sacerdote che volesse essere preferito per succeder nella cura al padre,pagherà 27 libbre,1 soldo
  29. Il bastardo che volesse ricevere ordini sacri e goderne i benefici,pagherà 15 libbre,18 soldi,6 denari.
  30. Il figlio di genitori sconosciuti che voglia entrare negli ordini,pagherà al tesoro pontificio 27 libbre, 1 soldo.
  31. I laici contraffati o deformi che vogliano ricevere ordini sacri e possedere benefici,pagheranno alla cancelleria apostolica 58 libbre,2 soldi.
  32. Uguale somma pagherà il guercio dell’occhio destro,mentre il guercio dell’occhio sinistro pagherà al Papa 10 libbre,7 Soldi.Gli strabici pagheranno 45 libbre,3 soldi.
  33. Gli eunuchi che volessero entrare negli ordini,pagheranno la quantità di 310 libbre,15 soldi.
  34. Colui che per simonia volesse acquistare uno o molti benefici,si indirizzerà ai tesorieri del Papa,che gli venderanno il diritto a un prezzo modico.
  35. Colui che per aver mancato un giuramento volesse evitare ogni persecuzione e liberarsi di ogni tipo di infamia,pagherà al Papa 131 libbre,15 soldi.Inoltre consegnerà 3 libbre per ognuno di coloro che erano stati garantiti.

giovedì 20 giugno 2013

AFORISMI E VIRTUOSISMI

Comunque vada, sarà un successo!      khirad

La bellezza è l'eternità che si mira in uno specchio.   kahlil Ghibran

Oltre duemila anni fa Hillel pose tre domande.  
Se non penso a me stesso, chi lo farà?
se penso solo a me stesso, cosa sono mai?
se non ora, quando?

Non si ripete due volte questo giorno.
Scheggia di tempo,grande gemma.
Mai più tornerà questo giorno,
ogni istante vale una gemma inestimabile.    Takuan

Tu sei quello che sei, in virtù di quello che non sei.
Cosi come una sinfonia esprime armonia e significato
in virtù dei suoni e silenzi che essa esprime.   Seth

Chi si eleva, si eleva su se stesso,
chi precipita precipita da se stesso.
Rugiada d'autunno, brezza di primavera,
a nulla è possibile interferire.         Ni-butsù

Il primo gelo,la mia strada va verso
nordest, diritto verso le stelle.
                                              Hyakusai    

La vita è uno scherzo da prete.
                                                 anonimo



mercoledì 19 giugno 2013

IL VECCHIO

Il racconto narra di un certo tipo di amore e di silenzio, ( che è un po la stessa cosa,) e su alcune immagini semplici e grandi sulle quali il cuore si è aperto, malgrado una certa ostilità, scaturita da una natura schiva e indifferente.
Esse sono i profumi della mia terra, colline, mare, campagna e cielo che mi accompagnano tutt'ora, dove cerco di mettere luce,  fra le cose che dico, e quelle che faccio o che sono.
   Per quanto possano e debbono essere diverse per ciascuno di noi, le ragioni per vivere e per sopravvivere, io penso che quello che conta alla fine è incontrarsi,  con tutte le implicazioni e le complicazioni, che questo comporta,così che possa restare in ognuno di noi, un qualcosa dell'altro
che ci arricchisca, e che ci aiuti, in qualche modo, a costruirci e a costruire...alla fine creare.
     
    Il vecchio guardava l'uomo affondare la vanga nel terreno senza sforzo apparente, tirarla fuori con facilità   e ammucchiarla con ordine alla sua destra   .Non parlava, nessuno dei due parlava.
Era un vecchio strano, con delle rughe profonde alla nuca,sulle guance aveva le chiazze del cancro della pelle, provocato dai riflessi del sole d'estate; le  chiazze scendevano lungo i lati del viso, e le mani avevano cicatrici profonde che gli erano venute dal lavorare la terra, giorno dopo giorno. Tutto in lui era vecchio, tranne gli occhi, che avevano il colore del mare, quando il grano è maturo ed erano allegri e indomiti,.
Il silenzio festeggiato dai canti dei grilli e delle cicali era frammentato dal ronzio di sciami  di api che profferivano misteriose litanie mentre cristalli di sudore venivano giù ad intermittenza, dalle spalle e dal
torace dell'uomo.
L' uomo era assorto e non guardava da nessuna parte,tranne la terra che spalava via con sicurezza e vigore ,                                   una sigaretta a metà fra le labbra dava, giusto l'idea di una introversione sferzante e profonda. , Aveva cominciato quel lavoro all'alba, molto presto, e nonostante la fatica gli pesasse, stringeva i denti e non dava nessun segno di affaticamento, Voleva finire in fretta, prima che il sole toccasse il meridiano e gli bruciasse la pelle. La notte prima, l'aveva passata a fumare e a cercare di scrivere qualcosa che probabilmente non interessava nessuno e che d'aggiunta non riusciva mai a terminare. Aveva bevuto e aveva fumato,ed era ancora sveglio quando il temporale si era abbattuto sul villaggio.Era sopraggiunto con una rapidità e una violenza sorprendenti. In poche ore, aveva spazzato via le olive dagli alberi, scoperchiato le tegole dai tetti di ardesia e sradicato l'antico salice che presidiava la collina dall'alto.
Con la stessa velocità si era poi allontanato, lasciandosi alle spalle una quiete di gelido silenzio.
Quando l'uomo, ancora vestito e sregolato aveva aperto le imposte della finestra; si era trovato davanti all'infelicità più orribile che avesse mai conosciuto: quello di un vecchio infermo, solo e abbandonato,   che guardava in alto la collina e disperato scuoteva la testa: non ne aveva il diritto...ripeteva...non ne aveva il diritto, e la sua blasfema ribellione sembrava rivolta verso un dio immaginario che non lo aveva risparmiato, mentre lacrime d'orrore gli inondavano il viso.
l'uomo era rimasto a fissarlo per un momento eterno, I due abitavano di fronte,l'uomo in un comodo appartamento,il vecchio, in una stanzetta al primo piano dall'altra parte del cortile. L'uomo era venuto
a stare lì da poco più di un anno alla ricerca di solitudine, silenzi, risposte o chissà che, mentre il vecchio vi dimorava da più di una vita. si erano affiatati fin dai primi giorni, in silenzio fumavano e molto spesso il vecchio lo guardava, con mestizia e saggezza, i conterranei l'avevano soprannominato (pippamocch) cioè pipa in bocca. erano amici, l'uomo si era preso un serio interesse per la noia del vecchio, sapeva che era solo, anche lui era solo.
In silenzio, senza por tempo, l'uomo era rientrato, aveva raccolto una vanga,  un piccone, e delle funi,si era caricato il vecchio a sghimbescio sulla schiena ed era partito spedito verso il maltolto.
Il salice si ergeva ora maestoso nella luce del sole, l'uomo lo aveva ritirato su  con caparbia e determinazione
legandolo e trainandolo con le funi, aveva spalato e ripulito la terra, sgombrato la grossa buca dagli ammassi di roccia che vi erano caduti, e l'aveva ripiantato di nuovo giù, più in fondo del fondo, con maggiore aderenza alla terra e alla vita.
Il vecchio per tutto il tempo era restato in silenzio, quietato dall'aria cristallina e dalla roccia, di cui ne sentiva sotto le dita la sicurezza e la faccia ruvida e non guardava, d'altronde non c'era niente da dire. Il salice si ergeva ora maestoso nella luce del sole,i rami cadevano giù fin quasi a toccare la terra da cui era nato, come braccia stanche di chi si è rallegrato e  sofferto in solitudine.     il verde dei suoi rami abbagliavano la vallata.
e il profumo della terra smossa riempiva il cuore di emozioni dilazionate nel tempo dei sogni.
L'uomo aveva lasciato cadere la vanga all'ombra dell'albero, aveva tirato fuori delle sigarette sgualcite, e ne aveva accesa una, poi si era seduto esausto sulla roccia a fianco del vecchio. Che te ne pare? disse serio,con un misto di tremore e soddisfazione.
  Il vecchio alzò gli occhi lucidi per la prima volta a guardare l'albero, tirò  su la testa bianca con grande solennità, e portò la mano sinistra alla fronte per ripararsi dal sole; stette immobile un minuto, che all'uomo sembro eterno, poi abbassò gli occhi nel volto dell'uomo e sorrise, di un sorriso semplice, infantile...
allora anche l'uomo sorrise.

sw Antar khirad
-------------------------------------------------fine prima parte-----------CONTINUA-----------------






IL REALE

Il reale è sempre imprevedibile ed è sempre caotico.
Qualsiasi ordine è imposto con la forza.

Nel caos esiste un ordine spontaneo che ha una sua bellezza. Ma, poiché è imprevedibile,
non può essere controllato, e l'ego ne resta spaventato.
L'ego vuole sempre controllare ogni cosa, ama l'ordine e ha paura del caos.
Il caos è la morte dell'ego, ma il divino è caos ed è imprevedibile.
Ora se vuoi uscirne sprigiona la tua realtà.
Perché sa sapessimo dove poggiamo i piedi, interrogheremmo Buddha ogni mattina,
e ogni sera lo saluteremmo.
Ma poiché non sappiamo dove poggiamo i piedi vi rivelerò un segreto.
Quando dico che è cosi forse non è un si.
Quando dico che non è cosi, forse non dico un no!
Volgiti verso est, e osserva la terra santa d'occidente ;
Girati verso sud per vedere la stella del nord.

Cammina e siedi immerso nello zen,
che parli o stai seduto in silenzio,
che ti muovi o sei immobile
l'essenza è in pace.

                                                                                   Namastè

                                                                                                  Osho-khirad

Una volta, una donna,vedendo i dipinti di Turner disse:
"Fanno un gran parlare di questo tipo! io non ci ho mai
visto niente!" E un'altra donna, lo disse proprio a Turner:
"Lo sa, signor Turner, che io non ho mai visto tramonti
come quelli che lei dipinge?"
E la risposta mite e devastante che ricevette, fu: "No...
ma non le piacerebbe riuscirci?"

domenica 16 giugno 2013

La pubblicità ha invaso la nostra vita. Silenziosamente, è diventata un vero e proprio potere occulto, che inquina e intossica la nostra mente bombardandola e  riempiendola di messaggi non inutili, ma addirittura dannosi e fuorvianti. La funzione ‘informativa’ del messaggio pubblicitario, che doveva essere la ragione originaria della sua esistenza e ‘utilità’, è palesemente  superata dalla funzione di convincimento fine a se stesso: non sono più i prodotti in competizione tra loro per le loro reali qualità, ma per le pubblicità più efficaci, che meglio si impongono nella mente del consumatore. Il quale è spinto, attraverso un martellamento mediatico sempre più invadente, a scegliere non ciò che è più conveniente ed interessante per lui nell’acquisto, ma ciò che è meglio pubblicizzato. Una evidente deviazione della competizione originaria tra i prodotti, quella che è, o meglio dovrebbe essere, alla base del libero mercato. Quindi la pubblicità non solo non serve, ma addirittura danneggia la vera competizione commerciale, facendo imporre chi ha più capitali da spendere in ‘persuasione’ più o meno occulta. In ultima analisi, quella che all’apparenza sembrerebbe la quintessenza del sistema concorrenziale, la pubblicità, in realtà ne è di fatto l’affossatrice, diventandone solo un parassita che è cresciuto a dismisura a spese del mercato e quindi delle nostre tasche. E qui veniamo all’altro punto. La pubblicità è una clamorosa tassa occulta che ci costa, in Italia, NOVE miliardi di euro l’anno (dalle ultime rilevazioni) tre volte l’IMU, per usare un parametro quanto mai attuale. La spesa per gli spot e quant’altro finisce direttamente sui prodotti e quindi, semplicemente, alla fine la paghiamo noi. Cioè noi paghiamo per farci interrompere i film e le partite, per costringerci a sfogliare paginate di giornale per vedere la fine di un articolo e, ultimamente, per farci molestare di spot (senza possibilità di difesa) ad ogni pagina internet che apriamo. Sembra un’assurdità ma è quanto succede, ed è in continuo crescendo, da anni nel silenzio più sconcertante dei media e della politica. Silenzio spiegabile con una sola risposta. La pubblicità è una tassa occulta che si mantiene in vita e prospera grazie ai soldi che passa ai mezzi di comunicazione, che ormai ne sono totalmente dipendenti. Insomma, una logica da pusher. Che si potrebbe benissimo rivedere, togliendo il sasso dalla minestra della famosa storiella, lasciando vivi i media. Il discorso è importante e articolato, alla prossima.

domenica 9 giugno 2013

L'ultima Thule - Storia interiore di un io probabile.

Prefazione:

Thule è un imprecisata regione ghiacciata ai limiti estremi del mondo settentrionale, ultimo mitico villaggio alla periferia del mondo, dopo di quella solo neve e ghiacci, distese bianche e infinito.


L'incontro con l'orizzonte designa un luogo inesistente, dove gli elementi comandano ancora sull'essere umano e gli promettono il senso della vita che si va cercando, ci si spinge sempre più in alto dove "l'alto" contiene una laica sacralità diffusa, dove l'elevazione spirituale trova il proprio regno.


Nel congelamento bianco, è come se il tempo uniforme e costantemente votato alla morte si fermasse e diventasse indefinito.


Là tra ghiacciai e spoliazione, sotto cieli di aurore boreali, il passo per sentirsi parte dell'universo è estremamente facile.

Perdere la propria umana limitazione è possibile perché si sente pulsare corpo e mente perfettamente in sintonia con sistole e diastole del mondo vivo e perenne. Un luogo astrale, una città dell'anima.


Quella è anche la rotta degli entronauti di chiunque scende in profonda meditazione in se stesso, nel proprio centro.


Scendere giù all'inferno per elevarsi su vette ancestrali... è così che accade, bisogna andare indietro nel tempo, rifare in senso inverso il cammino della propria storia e andare oltre, con coraggio e determinazione. Più si scende più ci si eleva, è un evento simultaneo, le radici scendono in profondità e l'albero si eleva sempre più in alto.


Un viaggio all'estremo del possibile umano per ritrovare la propria identità smarrita là nei labirinti dell'ego.


Il bianco non concede scampo, il bianco è la somma di tutti i colori, il bianco è la perfezione, è l'innocenza sia che splende al sole, sia che riverberi nella notte. Non una valle fiorita piuttosto la purezza del candore della verità. Non preghiera o candele ma intuizione intelligenza  e discernimento, custodi di ghiaccio della propria eternità.


L'ultima Thule è l'ultima metà dell'uomo, nudo e crudo. Dopo di quella, solo neve e ghiacciai sconfinati.




Un uomo ritorna in patria. Tutto tace. Silenzio, solitudine, indifferenza del mondo, immobilità dell'anima.                             Ricordo di un bambino turbato dalla stretta di mano di una madre ancora giovane, gli uomini dallo sguardo scolpito li guardano andare al loro giorno......
Oggi il bambino è un uomo, fuma e beve in un'osteria squallida e ha già chiuso le sue porte sulla vita; il sole illumina le grandezze del mondo che non riesce ad afferrare, soltanto il buio lo fa rivivere ancora....Perché ti guardano mamma? la madre non risponde, il bambino capisce che non deve sapere; la sera il padre beve e bestemmia, lui piange in silenzio nel buio.....
Indifferenza del destino? no!  visto che in seguito ne sentirà il veleno! allora dov'è la verità di una vita? forse nei ricordi di una donna perduta? o nel bicchiere che riflette l'immagine dell'uomo?...è stato detto che nella nascita c'è sempre un qualcosa di particolare che Iddio regala ad ogni uomo;altre volte che in fin dei conti tutto è uguale sotto il sole.....
Lui era stato per il mondo quello che la miseria della vita gli imponeva di essere; cresciuto solo,unico figlio,
tra i calci del padre e gli insulti dei conterranei, aveva offerto il corpo alle torture della vita, e l'anima alle ferite che Dio infligge a quelli che preferisce...Una madre indifferente è una madre assente....Lui aveva preso coscienza della sua tragedia, nell'assurdo di un'altra tragedia ....Ricordava a sbalzi, le gocce di sangue che scivolavano lungo il braccio, il vento nella notte, e il viso dell'uomo privo di vita ; le stille di sangue cadevano a una a una sulle mattonelle di granito scuro, la pioggia nel camino mandava leggeri sfrigolii e dalla pozza di sangue sotto il cadavere saliva un velo di vapore sottile. 
Era insorto, il ragazzo era diventato un uomo. Con gli occhi perduti e lo sguardo assente aspettava il nuovo brivido che lo avrebbe sprofondato; bruciava di un'immensa collera oscura, coi pugni stretti eil sangue che gli batteva violentemente dentro il capo; capiva di aver finalmente stroncato un equilibrio e per la prima volta nell'innocenza del suo cuore sentì che la sua sorte era già decisa.
Adesso si muove nelle stanze come un'animale che l'abitudine ha reso guardingo; sette anni in una prigione ti insegnano il silenzio e l'apprendimento che ne scaturisce....Aveva preso coscienza dell'indifferenza del cielo, e di una smisurata e ardente solitudine senza fervore, in cui si dissetava tutta la sua infelicità....Davanti ai suoi occhi sul muro di pietra viva, qualcun'altro altro prima di lui aveva scritto  "No" a caratteri di sangue....nel suo cuore oppresso, come un mare di stelle, qualcosa navigava......
La tragedia di un uomo si misura dal non potersi scegliere il proprio destino e che di solito il destino non rientra mai nella misura dell'uomo tant'è che grandi figure del passato e del presente non erano affatto all'altezza del proprio,parimenti altri ancora se lo hanno dovuto creare.
Questa verità, affondata con violenza nelle profondità del suo essere, aveva bisogno di un corpo eccezionale che la sostenesse; lui lo aveva avuto e con esso la tenacia incrollabile di un dio sventurato.
Aveva dimostrato a se stesso quanto tempo necessita  a un uomo prima di dichiararsi sconfitto, ed era arrivato persino a scacciare l'amarezza che prova ogni anima torturata nel considerare quanto di vile e di iniquo ci sia nelle condizioni di crescita di un bel destino; quella sòrdita e ributtante maledizione secondo cui i poveri finiscono sempre in miseria la vita che hanno cominciato nella miseria.
Privo di libertà, incalzato a sopravvivere e a lottare si era ritrovato solo. Lei lo aveva presto abbandonato nella ricerca di una serenità nelle braccia di un altro uomo e nel ventre caldo di un'altro paese.
Aveva compreso, lui riusciva suo malgrado quasi sempre a comprendere. La sua indulgenza scaturiva dall'indifferenza e dall'apatia che fluttuava negli abissi più profondi della sua anima e nei sentieri oscuri delle sue sventure.
Ad un certo grado della disperazione il dolore e la regione si mescolano più dell'amore e l'odio e l'intelligenza si pasce da sola di se stessa.
In quell'orrore, nelle notti di luna, dalla sua cella guardava il cielo, sentiva che qualcosa gli scavava dentro come una fame dell'anima. Immagini della sua vita gli gonfiavano gli occhi , in lui qualcosa  implorava gesti di donna ,braccia che si aprono e labbra tiepide; si avvicinava alle sbarre e vi poggiava  la fronte umida, facendovi scorrere sopra le tempie doloranti, placava sul ferro freddo la febbre della sua carne...Esausto restava così fino al mattino, portando con se nel  dormiveglia il dolore di quel che significava per lui la negazione della libertà e il suo desiderio di continuare a lottare nella dignità e nel silenzio.
  Oggi ritrovava la sua solitudine, ma questa volta nella soddisfazione.
L'uomo ha preso coscienza della propria rivolta, e vaga nell'alba nelle strade umide di rugiada come un animale inquieto a cui la notte ha rubato la luce,  un cieco che vuole vedere....la vita come ogni opera d'arte esige che vi si rifletta per trovare una norma di azione e giustificarne le azioni fino a quel punto....da questo combattimento, odio contro odio, bestia contro bestia, succede a volte che ne esca fuori l'angelo, integro delle sue ali, della sua aureola e della sua felicità sotto la tiepida brezza del mare.
In quella cella fetida aveva sognato tanto, ora voleva essere il sogno della sua vita.
Era sempre stato sostenuto da un'incrollabile fede nella libertà e nell'innocenza, e ne aveva fatto una ragione di vita; oggi fra gli ulivi del villaggio e il mare,ambiva una ragione per sopravvivere:riconciliarsi col mondo alla luce della vita, guadagnarsi l'amore di una donna e la stima e l'amicizia degli uomini...queste semplici emozioni apparivano come una crociata alle stelle.
 La prima evidenza che gli si presentava nell'esperienza assurda della sua vita, era che la stessa ragione per vivere diventava la stessa per morire, la seconda che non si sfugge al proprio destino e che tutte le morti sono suicidi o assassinii, e in genere entrambe follie di una stessa medaglia....come sfuggirne la meccanica?
  Consapevole di una colpa  agli occhi del mondo, bruciante di passione, innocente nel profondo del cuore, navigava nell'alba e nel sole del villaggio in collina. Il sole ruotava da levante a ponente, attorno alle colline e sul mare, la terra esalava un profumo di muschio e di erba che gli penetrava le narici e gli colmava il cuore di emozioni dimenticate.....Rinascevano con lui delle gioie intatte di cui misurava esattamente la risonanza.
Avrebbe potuto partire e vagare nel mondo, avrebbe potuto fare questo e fare quest'altro....si sarebbe trovato in ogni modo ad affrontare quella medesima angoscia del suo intelletto avvelenato.
  E' stato detto che l'opera d'arte nasce dalla rinuncia dell'intelligenza a ragionare sul concreto; ma se è vero che essa non offre una via d'uscita al male dello spirito e lo consolida e lo cristallizza, è anche vero che fa uscire lo spirito da se stesso e lo pone di fronte agli altri e al proprio  destino.
Nella follia di vita che faticosamente si era trascinato dietro, non era mai riuscito a portare avanti quello per cui era nato....aveva visto suo padre massacrarsi nel bere, la sua donna partire con un'altro uomo, gli occhi del mondo, sua madre, l'ingiustizia divina scavargli la pelle; aveva compreso che per ammazzare un uomo non c'è bisogno di grandi motivazioni o grandi rancori; sono gli idealisti a rovinare tutto...un insulto buttato a caso, un sorriso decifrato a scherno, vanno altrettanto bene all'occorrenza e all'occorrenza una donna è quasi sempre un alibi eccellente.
  Incapace di piangere, nei momenti atroci e sempre uguali della sua condanna, la sua rabbia si colmava di riso e di indulgenza verso gli uomini e se stesso...davanti alle sciagure degli altri la sua disgrazia perdeva in valore quello che guadagnava in perizia. Altre volte provava contrito ad arrestare il flusso dirompente delle sue angosce e delle sue miserie, allora impegnava l'intelligenza con argomentazioni illogiche e paradossali, un uomo ha un'anima e un'anima ha un uomo o due o ventiquattro ...tutto stava nell'attenuare la passione contenuta di vita che traboccava fuori dal suo essere e il fluire del sangue che gli bruciava nelle arterie e incessante gli rimbombava sulle tempia......sentiva in quei momenti, come sarebbe stato facile se solo si fosse l'asciato andare, sconfinare in una dimensione ignota di incertezza e follia....attento allora, numerava le mattonelle piccole e rossicce della sua cella e le moltiplicava all'infinito...finché non riuscendo più a starci dietro con il cervello, si addormentava spossato.
Dell'ingiustizia del mondo l'onnipotente non c'entra,...sono gli uomini gli unici responsabili del male. La menzogna ha un odore di terra bruciata, e il suo colore è il colore del sangue del mondo.
Oggi ritrovando se stesso aveva bisogno di vedere chiaro intorno al suo mondo.
La strada incassata, stretta fra i rossicci muretti di campagna, si apre sulla verde distesa della vallata, qualche sasso scintilla, un pezzo di vetro o un ritaglio di latta luccica; dalla terra e dal mare,dall'aria infuocata e dal cielo viene giù una specie di fervore enorme, assordante, non è un canto che si leva nell'aria, è un ruggito universale di cicale. Gli occhi percorrono la campagna e il piano fitto di muri giallo e rosa e di casali ammucchiati, le ciglia appiccicaticce dal sudore fanno fatica a rimanere aperte,in  quel torpore assapora l'unica gioia che conosceva in sintonia con la terra, finché lentamente tutto si va spegnendo e non rimane altro che quel grande respiro del mondo, come un vento leggero che viene dal mare.
  Certe volte, nella calura afosa dei pomeriggi d'estate, il bambino volava scalzo e furtivo sulla rocca normanna, ai limiti del villaggio; combatteva in quelle ore una nostalgia di affezione che gli deteriorava il cuore....masticava ora la menzogna, ora la verità del suo dolore; il sole abbagliava la pianura, e il campanile della torre rimbombava nella solitudine,perduto su di una pietra differita dalla roccia, considerava con lucidità estrema l'estraneità che cominciava a crescere nel profondo del suo essere verso il mondo e gli uomini che lo colmavano. Attendeva in questo modo la sera e una madre che si dava nella misura stessa in cui gli sfuggiva...se non ci fossi tu, diceva, e gli occhi del bambino si stringevano e diventavano piccoli piccoli, due fessure....una roccia che si frantumò ai piedi del Golgota.
  Suo padre la massacrava di botte colpendola sul viso e sulle mani, il villaggio eruttava sentenze, la miseria e la fatica aleggiavano su tutta la sua vita.
un giorno non potendone più, era partita e non era più tornata.....suo padre aveva scatenato la sua furia omicida e tirannica sul prossimo. Certe notti lo ascoltava singhiozzare nel buio, certi giorni lo aiutava a tirarsi fuori dal fango della strada...era suo padre in fondo e lui era già un ragazzo...finché non lo avevano trovato schiantato con le braccia aperte in fondo al precipizio...In certi casi ci vuole più coraggio a vivere che ad uccidersi.
  Da allora, giorno dopo giorno, fra gli insulti dei conterranei,lentamente la sua rabbia cresceva indomabile  rimordendolo dentro, sentiva che la sua volontà cedeva, l'anima sua cedeva non poteva resistere....avrebbe voluto urlare, eludere, implorare...lui solo aveva coscienza della furia e del dolore che l'intelligenza arginava...
gli dei che gli bruciavano dentro lo scaraventarono nella taverna, e nell'immagine di cristallo, nella gelida apoteosi di una rivendicazione divina, comprese che tutto, tutto doveva essere consumato fino in fondo, per stroncare finalmente in bene o in male, l'atroce maledizione che si trascinava dietro.
Poi dall'omicidio al suo momento attuale, il tempo ne aveva scolpito la storia.
Oggi un nuovo misticismo era sorto dalle sue viscere, e nella sua misura di uomo si ritrovava di fronte al mondo e a se stesso. Seduto  su di una roccia di cui sentiva sotto le dita la faccia ruvida, guardava il mare che silenziosamente si gonfiava sotto la luce della luna, l'incanto della penisola sorrentina instradava la luce verso le isole, e la pianura coperta da milioni di lucciole urtava le sponde della massiccia figura del vulcano, che sfidava la notte e il cielo stellato, la vallata sotto i suoi occhi brillava di ombre evanescenti, e il villaggio era un pugno divino proteso verso una vita a lui così estranea...un'estraneità atavica, scaturita da un'indifferenza genetica e priva di solitudine, che forgiava nell'animo frammenti di quella pace a lungo agognata. Con l'estremo distacco in cui rimaneva avvolto tutto il suo essere, giudicava e assolveva per la prima vola un dio che non lo aveva mai risparmiato.Ricordò quando giovane aveva cominciato a scolpire la roccia sul monte e a creare figure di granito smisurate, e come poi , quegli uomini, con la dinamite al seguito,
avevano fatto esplodere nel vento il dirupo  per liberare la strada carraia dalla valanga di rocce e terriccio che la tormenta aveva trascinato a valle....una creazione assurda la sua! ancora meno strana e misteriosa di quel profilo dell'universo che si stendeva davanti ai suoi occhi..il suo mondo, il suo destino,e lo amava nella misura stessa in cui lo disprezzava.
  In questa guerra titanica fra la sua tenacia e le sue sventure, sentiva che oggi non ne temeva più affatto le sofferenze e la sconfitta ineluttabile, ma, ne avrebbe affrontato con rinnovato coraggio le avventure e le scoperte: Doveva rimanere fedele a se stesso.
  Dalle colline al mare, dal mare al cielo, una mano ancestrale eruttò nel crepuscolo un boato apocalittico, una luce accecante e sovrumana inondò la terra e il suo cuore sopraffatto; nubi nere, perdute sul mare arrancavano decise sull'orizzonte ottenebrando l'universo e la sua calma incoscienza.
  Qualcosa dentro di lui bruciava, sentiva il ventre oppresso e lo sguardo febbrile...,la sua rivolta fra gli uomini scoppiava,avanzava ,prendeva forma...e, nell'esortazione ardente del suo cuore, prese coscienza della verità estrema che scandiva il suo essere...era fra gli dei che scatenava la sua sfida......
Provocato a combattere avrebbe affrontato la lotta all'estremo del possibile umano...e poi ci sono uomini che preferiscono morire in piedi piuttosto che vivere in ginocchio.
Ripensò a quella donna che aveva alimentato in un'altra vita la luce del sangue alle tempie, un'ombra vaga e lontana si soffermò nei suoi pensieri.....non ci sono nella vita verità  supreme, grandi amori, grandi rancori, grandi pentimenti; si dimentica tutto, c'è soltanto un certo modo di vedere le cose e una verità che se la vedi esiste ed è dappertutto ....e se non la vedi non puoi farci niente....e allora si dimentica tutto, e rimane soltanto un certo modo di vedere le cose e una mezza verità che ogni uomo si conquista per dimostrare a se stesso di aver realizzato qualcosa, è questo il triste e l'esaltante della vita; ricominciare sempre!
  Ignaro quel' uomo, aveva donato la sua anima e avvenire alla sua vita e al suo coraggio. Lui era morto e risorto, aveva sbagliato e pagato, non si poteva chiedergli di più. Poteva riconciliarsi al suo mondo!
  Dal fondo della notte e della vallata deserta, un'odore di stelle e di nulla,,come un'oscura premessa di pioggia si libra nell'aria  più fresca delle tenebre...si leva  dal mare e sale piano alle stelle ritmato e melodico...è sempre lo stesso respiro della terra che vaga da stella a stella e non dice altro che una sola verità..(.non Uno). sperdute fra le pianura e il mare luci basse e multicolore sostengono tenaci i misteri e le angosce del mondo....quello che conta è creare, poiché è dall'opera d'arte che l'uomo tempera la sua anima
e ritrova la sua dimensione di vita. 
Abbandonato a se stesso il disco velato della luna, trasfigura lento e indomabile nel volto maestoso e profetico di una cicatrice evanescente scolpita nelle tenebre. Da questo amplesso d'amore di questa notte nera, fra la terra e il cielo, fra il cielo e le stelle, nasce lentamente dal cuore e ascende piano ardente e tenace, orgoglioso e ribelle il canto supremo della liberazione di un uomo....assieme ad una pioggia sottile, come aghi di pino profumato che comincia a cadere sul  mondo.
L'iperbolica antenna installata sulla torre era di quanto più estremo limitava la terra all'universo, milioni di sorrisi di cristallo dalla polvere dei secoli venivano giù dal cielo stellato....non era forse un'angelo che si attanagliava  all'acciaio? la furia cieca, il fiato corto, singhiozzava anche,assaporava finalmente la sua gioia, l'unica gioia  che conosceva, partorita dal dolore di una vita...e levando alte le braccia magre, nervose, lunghe, terminanti in artigli di animale selvaggio...benedisse il Signore.

sw Antar khirad

                                FINE PRIMA PARTE.........................CONTINUA..................
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  BHAGWAN SHREE RAJNEESH   celebrato all'unanimità dai propri discepoli di tutto il mondo con il nome di OSHO.
Chi sia Osho per voi che siete sul web è relativamente facile cercarlo e trovarlo e in men che non si dica scoprirete vita morte e miracoli vi è sufficiente il mouse.
Più difficile è iniziare a provare e sperimentare le varie e tante tecniche di meditazione di questo maestro di realtà, che sottintendono  la consapevolezza, il silenzio, il rilassamento, e la padronanza di alcuni stati mentali ed emotivi come rabbia, angoscia, depressione, frustrazione eccetera.
Per questo c'è bisogno di un piccolo aiutino da parte di qualcuno che in forma diretta abbia meditato.
nella fattispecie è quello a cui noi siamo preparati. Comincia col seguirci  e vedrai che ti si apriranno nuovi orizzonti e una visione della vita, sulla quale potrai fare sicuro affidamento ed integrarti in quanto essere umano e spirituale al di là di ogni limitazione e divinità..... e ricorda.....UMILIA GLI DEI CHI VUOLE DIPENDERE DAGLI DEI.