RELAZIONI E PROPOSITI

Organizziamo seminari,incontri e confronti a carattere e fini culturali e spirituali; quali: come agire per favorire l'avvento di un "Uomo Nuovo" in questo momento di grande crisi e trasformazione della Terra, quell' Uomo che sa vivere con totalità,intensità e pienezza, e che non si trascina dalla culla alla bara ma sa rendere ogni momento della vita una gioia, una canzone, una danza, una celebrazione.
L'associazione propone e diffonde insegnamenti e tecniche di meditazione.
Promuove lo studio di vari aspetti della realtà così come essa è rappresentata nelle tradizioni religiose e filosofiche di ogni epoca.
Sviluppa la ricerca nel campo delle tecniche di meditazione con riferimento alle sperimentazioni compiute dalla psicoterapia occidentale e alla tradizione di meditazione orientale.
Promuove la ricerca e l'uso di tecniche atte a sviluppare la consapevolezza e lo sviluppo armonico dell'individuo nella sua multidimensionalità di corpo,mente e spirito, organizzando gruppi e ritiri individuali di meditazione , gruppi e sessioni individuali di tecniche corporee, gruppi di attività ricreative.
Tutto ciò in incontri a giorni alterni, per tre volte a settimana, esclusi vari seminari nei week-end organizzati di volta in volta secondo le esigenze.

domenica 12 giugno 2016

IL GIARDINO NEI CAMPI ELISI

Quando io l'ho conosciuto,o inizio a ricordarlo, era già vecchio, o cosi a me sembrava, ma allora non andavo ancora a scuola...
      Mast'a Guglielmo Porcello ! nome cognome e un'attributo, "Mast" che da noi stava a designare
un "Maestro" nelle cose con, e per le quali, un uomo sopravviveva, sfacchinava, creava.
Ma, lui era altro,e più di questo!.       Mast'a Guglielmo, metteva vetri alle finestre, ed era lo "stagnaro" del paese.
Teneva "bottega" a via ferrari, proprio a fronte della "gattona" ovvero, " bar la Fiorente".
e dirigeva la propria vita, proprio come un maestro dirige un'orchestra "con classe ma a scavezzacollo".  Con sguardo magnetico, barba e capelli bianchi, si muoveva lento e furtivo, come un'animale che l'abitudine ha reso guardingo, un cieco che voleva vedere, e
sembrava circondato da un alone antico e misterioso.  Dirigeva l'orchestra della sua vita,a,sghimbescio, dove verità e menzogna, bene e male, si confondevano e si scontravano tragicamente, e chi ne usciva sconfitto, alla fine era sempre lui.
Lo vedevi arrivare, vestito di stracci e stranezze, come un bohemien d'altri tempi, mentre la
malizia dei bimbi rideva della  saggezza che lui emanava.



Dopo un bicchiere di vino, con frasi un po ironiche e amare, cominciava a parlare in tedesco
e in latino, parlava di Dio, Virgilio e Schopenhauer, chiacchiere da ubriaco,con salti di tempo e
di spazio, storie di di donne e di amori, che non capivano Orazio.
Dicevano, che durante la guerra avesse fatto da interprete fra il Podestà e gli alleati germani,
ma di questo preferiva non parlare. Cosi come quando si chiudeva dietro la porta, all'arrivo di una
qualche processione...era una "fede perduta la sua, una vocazione finita"... Poi quando veniva "l'ora nostra", degli angeli del demonio- della parrocchia, e di piazzetta  ferrari, ci si raggruppava intorno alla brace per fumare, mentre lui continuava a lavorare e martellare sullo stagno, ed era un piacere assurdo lo stare a sentire le sue storie...diceva ancora...
"La carogna d'uomo trova sempre giustificazioni per essere una carogna, ma un'infame è
ancora peggio, si porterà sempre dietro se stesso, e tanto più odierà il suo prossimo...
ma, voi ragazzi, siete i miei miglior alleati, infatti col vostro pallone, cosi come rondini,
spaccate vetri alle finestre, e io guadagno...e noi giù a zimbellarci dal ridere.
Quelle sere d'estate poi, sapevano di vino e di scienza, con me, fra altri, che lo stavo a sentire,
con colta benevolenza (arroganza) e, non ho ancora capito, chi fosse a prendere in giro,
chi di noi fosse ad imparare.
Rideva di tutto e di niente, del vino che muove i ricordi, di carità della gente di idee, filosofi
sordi, e stronzi di Governo...Tracannava allora direttamente dal "boccione"e sputava sulla
strada quasi come a sputare un faccia al mondo. Al tramonto il primo ad urlare "bevi
Guglielmo bevi" era proprio lui ! e parlava di se, in terza persona, diceva per lo più "Guglielmo
lo hanno sempre fregato, ed è una merda d'uomo, perchè è sempre stato troppo attaccato
alla vita, doveva sbattergliela in faccia invece,vigliacco di merda e caga sotto,  e pff, sputava in strada.
Aveva comunque una moglie e due figli che lo amavano, ma sembrava che a lui questo non
bastasse, teneva molto anche alla sua indipendenza, sia economica, che di spirito...
Non permetteva mai a nessuno che l'ho accompagnasse a casa "ncopp e potegh"e tanti di noi si sarebbero offerti volentieri, ma lui, niente,nemmeno se diluviava l'inferno lo permetteva,
ci sarebbe arrivato, a modo suo, magari arrancando e bestemmiando ma comunque
da solo, e premetto che c'era una salita da fare "ncopp a parrocchia" e un fiume d'acqua che
veniva giù  come Dio comanda "pa' cuparell" che ancora oggi fa paura quando piove.
Figurarsi salirci da ubriaco, sbronzo e rintronato com'era a notte fonda.
" Gli avidi; amico mio, sono la feccia della terra, e non smetteranno mai di accumulare e
accumulare, affamando e derubando il mondo, e alla fine troveranno non solo giustificazioni al proprio agire, ma stuole di servi, lecca culi e avvocati che li difenderanno
dalle loro macchinazioni, e li assolveranno sempre, compresi avvocati, preti, vescovi e santi."
Mast' a Guglielmo Porcello...ancora oggi, con la mia cultura fasulla,quando guardo nel giardino dei campi elisi dove o più amici cari, che rimpianti, non riesco ancora a capire chi avesse capito la vita
chi non capisse ancora  nulla. Chi tra noi, fosse il disperato...o il disperato sono io!?.

                                                                                                               Namastè

                                                                                                                                Khirad

Si racconta d'un psichiatra che doveva andare via in fretta,
e teneva ancora tre donne in sala d'attesa.
Per accelerare decise di riceverle contemporaneamente.
Si mise di fronte alla prima,un donnone evidentemente
obeso, e le disse: "Signora mia è evidente che il suo problema
è il cibo,...come si chiama suo figlio"?. "Zuccherino" rispose la donna.
"Lo vede? perfino pensando a come chiamare suo figlio,
inconsciamente aveva in mente il cibo. Le suggerisco di andare a casa
e di smettere di pensare al cibo!"
Mettendosi di fronte alla seconda donna, vide che era ingioiellata
come non mai, e indossava vestiti costosissimi: "Signora mia, è
ovvio che le sue priorità sono i beni materiali, e che il denaro
è il suo dio. Come si chiama suo figlio?".  "Aureo" rispose la donna.
"Lo vede, perfino nel dare un nome a suo figlio pensava alla ricchezza.
Le consiglio di andare a casa e lasciar perdere tutte queste fissazioni
sulle ricchezze materiali."
Mentre si avvicinava alla terza donna, la vide alzarsi, afferrare il figlio
per un braccio e, strattonandolo, vociò: "Andiamo , Cazzillo, a mammà,
è meglio che torniamo a casa!"


domenica 5 giugno 2016

LA REALIZZAZIONE DEL VALORE

Nonostante la scienza, sia diventata la religione del momento, e che insieme alla farmaceutica,
le multinazionali e l'economia di un mercato senza regole, giudicano, condannano e assolvono
un'informazione suddita e giacobina che si adatti alle loro esigenze di controinformazione e di
inganno, a noi non resta altro che ribellarci e combattere con quello che abbiamo a disposizione.
La Costituzione, Il Diritto, la coscienza, la parola e l'intelligenza.
Io so che nel Mezzogiorno è difficile essere onesti,in special modo quando lo "Stato" è un tuo nemico. Ma, se un uomo non può assicurare, una certezza di vivere,un benessere, e alla sua
famiglia una vita dignitosa, allora è meglio ardere che scomparire avremo almeno attinto a un valore.
       Intanto per andare avanti però devo fare purtroppo un passo indietro, perchè mi dicono che il presente esteso è di non poca comprensione.
Ora, immaginate di camminare in un bosco con tanti alberi davanti e dietro di voi. Il tempo può
essere paragonato alla foresta in cui siete. L'albero davanti sarebbe il futuro che non pensavate esistesse, perchè non eravate ancora giunti dove c'è quell'albero. L'albero dietro di voi rappresenta il
passato. Camminate in questo bosco lungo un sentiero stretto, ma di sentieri ce ne sono tanti
nella foresta. E potete percorrere questo sentiero in tutte le direzioni, anche se lo avete scoperto
solo ora.   Andiamo oltre, dicendo che l'intera foresta rappresenterà il presente esteso.
Gli alberi possono essere paragonati alla coscienza e tutti gli alberi esistono contemporaneamente,
anche se questa foresta del presente esteso non occupa spazio, secondo l'idea che che noi abbiamo dello spazio.
Non esiste passato o futuro come da voi intesi, ma solamente il presente. E a causa delle infinite
possibilità esistenti nell'ambito di questo presente, la "durevolezza è in termini di completezza",
quella completezza dai valori letteralmente infiniti. La foresta è in costante espansione.
Non si espande in termini di spazio o tempo, ma sotto forma di "realizzazione di capacità e valori"
che possono essere costruiti su vari livelli, ed in vari modi, nonostante il nostro campo di esistenza
sia solamente uno.
Ora vedo tanta gente intorno a me, tanta gente con una sola nota e una sola corda al proprio violino,
e mi chiedo; quanti sono quelli che faranno musica, e determineranno i propri valori e le proprie capacità, per cristallizzare il proprio essere nell'eterno ?.

                                                                             
                                                                                               Namastè
                                                                                                                Khirad

Una giovane donna sognò che un uomo bellissimo con le fattezze
di un angelo volò nella sua stanza e la sollevò tra le sue braccia.
Volarono insieme fuori dalla finestra, solcarono il cielo azzurro,
le verdi vallate e montagne ricoperte di bianco candore, fiumi
misteriosi e travolgenti, colline ricoperte d'oro, per arrivare alla
fine in un castello nel cielo da dove si ammirava il mare maestoso,
e nel quale entrarono da una finestra aperta.
L'angelo la depose su un letto la cui magnificenza era semplicemente
abbagliante, e la donna con voce tremante chiese : "E adesso, che cosa
succede ?" Al che l'angelo rispose : "Dipende da te, questo non è il mio
sogno !".